
Dove nasce la posturologia
La paternità del termine “Posturologia” è da attribuirsi a Pierre-Marie Gagey, per indicare dei pazienti affetti da Sindrome Vertiginosa post commozionale, ma in realtà postura e Posturologia sono nozioni vecchie come l’uomo. Per indicare dei pazienti affetti da Sindrome Vertiginosa post commozionale, ma in realtà postura e Posturologia sono nozioni vecchie come l’uomo. Ne parla ARISTOTELE nel “de partibus animalium”, mantenersi in piedi e vigilanza, GALLIENO che utilizza per primo il termine tono nella “opera omnia” , CARTESIO nel trattato dell’uomo, BORRELLI che descrive per primo la verticale di gravità e poi via via i grandi fisiologi dei secoli successivi.
P.M. Gagey è medico del lavoro e la Medicina del Lavoro gli offre un posto di osservazione privilegiato riguardo alla salute pubblica; infatti da questi medici passano tutti gli operai e soprattutto quelli che subiscono incidenti. Gagey opera nel campo dei cantieri e costruzioni pubbliche della regione parigina e quindi si trova spesso a contatto con soggetti traumatizzati cranici.
Questi soggetti si lamentano fra l’altro di instabilità e vertigini. Nessun dubbio per lui di impedire a questi soggetti di ritornare sulle impalcature a causa di questa sintomatologia, dando solo il permesso di lavorare a terra cosa che comporta una diminuzione importante di salario. Quando queste persone si presentano in visita presso i vari specialisti, i quali non riscontrando alcuna patologia che possa giustificare i sintomi, danno inevitabilmente sempre la stessa risposta: “provami che hai instabilità, che soffri di vertigini”. L’ignoranza della medicina in questo campo era enorme, come d’altra parte ancora oggi la medicina è incapace di sapere, di fronte a qualcuno che soffre di vertigini, se esse siano reali o immaginarie. Il dott. Gagey comincia quindi a fare una ricerca bibliografica che lo porta a leggere, tra gli altri, gli estratti di una riunione della società di neurologia francese nella quale Pierre Marie, grande neurologo vissuto a cavallo dell’800 ( da non confondere con Gagey) il quale aveva pubblicato un articolo, accettato dalla comunità mondiale della neurologia dell’epoca: “i traumatizzati cranici descrivono tutti la stessa cosa e con le stesse parole”. Nasce una diagnosi filosofica: l’intersoggettività fonda la soggettività di questa sindrome, dando per scontato che questi soggetti ( soldati del fronte delle Ardenne) non potevano essersi accordati tra di loro. Quante sono le persone che presentano dei sintomi che non vengono creduti o che vengono scambiati per psichici?!
Gagey è colpito dall’affermazione di Pierre Marie e decide di aprire un’inchiesta assieme ad altri colleghi presso il Servizio delle costruzioni e dei cantieri pubblici della regione parigina e pubblica i risultati nel 1977 Su una base di circa 300.000 mila operai l’inchiesta prende in considerazione 10.000 traumatizzati e di questi 880 traumatizzati cranici, di cui 440 presentano i sintomi di una sindrome post-commozionale. Egli verifica che questi soggetti presentano delle asimmetrie posturali che si distinguono da quelle morfologiche perché sono labili perché compaiono e scompaiono immediatamente quando si manipola una entrata del sistema; esse, inoltre, sono organizzate in due classi legate all’asse bipupillare e alle rotazioni del corpo verso destra o sinistra, e gli studi con l’elettromiografia dei muscoli della gamba confermano questa asimmetria tonica.
Gagey ne conclude che il controllo motorio è gestito da un sistema che funziona in modalità non lineare facendo intervenire una serie di recettori.
Lo scopo della Posturologia è quello di manipolare le differenti entrate ricercando quella o quelle in grado di riportare ad una simmetria tonica fisiologica.
Nasce la posturologia.
In un’altra parte d’Europa, nello stesso periodo: in Portogallo, un medico fisiatra dell’Ospedale Universitario Santa Maria di Lisbona, allievo del prof. Carpinteiro, dopo aver visitato migliaia di pazienti, (arriverà a visitarne oltre 30.000) , identifica e definisce la Sindrome da Deficit Posturale SDP, in cui , vengono descritti una serie di sintomi apparentemente non collegabili tra loro. Egli descrive il paziente posturologico così:” O SDP è una nueva entidade clinica de naturaleza funcional em que uma alteração postural evidente è devida essencialmente a uma alteração da biomecânica ideal e a uma deficência da informaçã proprioceptiva e visual”.
La SDP è una nuova entità clinica di natura funzionale caratterizzata da un evidente cambiamento posturale dovuto principalmente ad un cambiamento dalla biomeccanica ideale determinato da un deficit dell’informazione propriocettiva e/o visiva. E ancora: “attitudine corporea stereotipata, scoliotica, con ipertonia asimmetrica dei muscoli paravertebrali e toracici ed un appoggio plantare anch’esso asimmetrico, dominato da una deviazione dello sguardo a destra e/o sinistra”
E’ evidente come I due medici avessero osservato gli stessi fenomeni.
La definizione di SDP cambia la Posturologia che non si interesserà più solamente ai “vertiginosi” ma anche ad una serie di malati che rientrano nella categoria dei disturbi muscolo-articolari e in quella dei disturbi cognitivi.
Scriverà infatti Gagey sul suo libro: “ il campo della Posturologia è molto preciso: si occupa dell’uomo che fa fatica e o ha male nello stare in piedi, cioè l’uomo che barcolla, instabile, o con vertigini, ma anche dell’uomo che, quando è in piedi, ha dolori sull’ asse corporeo, agli arti inferiori o al rachide”.
Qualche decennio dopo, In modo casuale e inaspettato, Orlando Alves da Silva, medico oftalmologo capo del servizio di strabologia della stessa Università, nonché collaboratore di da Cunha, si rende conto che modificando la propriocezione dei pazienti affetti da SDP si modificano anche dei disturbi di tipo cognitivo, nella fattispecie la dislessia.
La Posturologia sta superando lo stadio embrionale per assumere un’evidenza sempre più precisa. Nel 1986 Gagey organizza uno studio medico, “L’Institut medical de Posturologie” al 4 di rue Corberà nel XII a Parigi, con lo scopo di studiare i pazienti posturali. In questo studio medico una volta la settimana si riunisce un gruppo di medici e terapeuti soprattutto parigini, interessati alla ricerca nel campo della posturologia. Di qui passeranno negli anni tantissimi professionisti che poi nel tempo aiuteranno a sviluppare ed approfondire lo studio di questa disciplina.
La Posturologia incomincia a svilupparsi.
Inoltre si inizia ad organizzare un congresso annuale dell’ Associazione Francese di Posturologia, che poi cambierà nome in Associazione Postura ed Equilibrio, nel quale coagulano attorno al tema della Posturologia sia clinici sia scienziati e ricercatori, con la finalità di rendere sempre più efficace e probante questa nuova materia.
Cos’è la Posturologia
Scrive Gagey nel libro “ Posturologie” pubblicato nel 1980: La Posturologia è una nuova disciplina che applica nella diagnosi e terapia i dati fondamentali scoperti un centinaio di anni fa e in particolare negli ultimi tre decenni, sul controllo della postura ortostatica.
Come fa l’uomo a reagire alla forza di gravità, quali sono i meccanismi che regolano il tono muscolare, cioè quella attività muscolare che non si accompagna a movimento e che ci permette di mantenere l’equilibrio?. Domanda presentata in maniera straordinariamente semplice ma tanto efficace da Charles Bell nell’800: “ How is it, then, that a man sustains the perpendicular posture, or inclines in due degree towards the winds that blow upon him? It is obvios that he has a sense by which he knowns the inclination of your body and he has a ready aptitude to adjust it and to correct any deviation from the perpendicular. Whats sense then is this? “ Come fa, dunque, un uomo a mantenere la sua postura perpendicolare o inclinata di pochi gradi contro in vento che soffia contro di lui? E’ ovvio che egli conosce l’inclinazione del suo corpo e che abbia la capacità di aggiustarla e di correggere ogni deviazione dalla perpendicolare. Quale senso dunque è questo?
Già dalla formulazione della domanda ci si rende conto che lo scopo è quello di studiare il controllo motorio ed i meccanismi che lo regolano. Se la domanda è ben posta la risposta di Bell non è corretta: si cercava un senso dell’equilibrio : ne sono stati trovati una moltitudine.
Finalmente, grazie ai primi scritti sulla cibernetica degli anni,’50 affiora l’idea che sostiene, come una serie di informazioni, possano partecipare ad una decisione unica e la fisiologia. Chiarisce come la posizione del corpo nello spazio sia sorvegliata non da un organo privilegiato, come sostenuto fino ad allora, ma dalle informazioni che vengono dal sistema vestibolare, da quello visivo, cutaneo, propriocettivo, cioè da un’insieme di informazioni sensoriali che collaborano in un modello multi-modalitario capace di analizzare, scegliere ed inviare un comando motorio preciso per rettificare la posizione del corpo in quella esigenza e per quello scopo. Compito della Posturologia è quello di manipolare le “entrate del sistema posturale” per ricreare un controllo motorio ideale.
Esiste una chiara differenza tra postura propriamente detta e posturologia di cui la postura non è che un sintomo tra gli altri e non lo scopo finale. Lo studio analitico della postura di un paziente se ci si limita al concetto morfostatico non permette di comprendere tutti gli aspetti clinici presentati dai “ malati posturali”. E’ Henrique Martins da Cunha che scrive chiaramente nella definizione di Sindrome da Deficit Posturale che le disarmonie della postura osservate sono legate ad una disfunzione sensoriale; questo significa che se il paziente osservato è di traverso, ciò avviene perché il suo sistema posturale gli invia una informazione falsa, facendogli credere che invece sia diritto. In questo modo, la postura non è che l’aspetto apparente di un disturbo sensoriale che si esprime nel paziente come tanti altri segni.
Il modello iniziale di Gagey così come quello di Da Cunha, senza nulla togliere all’enorme valore storico delle loro geniali intuizioni, non soddisfa i concetti moderni sul controllo posturale; per tale motivo noi preferiremmo sostituire il termine postura con PERCEZIONE che meglio si adatta e parlare di DISPERCEZIONE nel caso di anomalie sensoriali. Ma attenzione: il rapporto tra dispercezione e disturbi posturali, deve essere visto alla luce delle relazioni tra azione e percezione. Il concetto tradizionale di percezione è largamente influenzato dall’idea che gli organi sensoriali, compresi quelli che costituiscono il sistema posturale, siano delle superfici sensibili in attesa di stimolazione, avendo come scopo la rappresentazione del mondo sensibile. Analogamente ad un computer il cervello utilizzerebbe dei segnali sensoriali inviati passivamente dagli organi di senso e la percezione è elaborata a partire da una analisi delle caratteristiche sensoriali elementari.
Quindi da una primitiva idea di percezione vista solo come una risposta ad uno stimolo, ora si è sviluppato un nuovo modello, che pone l’accento sul carattere attivo e predittivo della percezione.
Percezione ed azione rappresentano dunque due fenomeni intrinseci ed inseparabili Questo modello considera allora la postura solamente un fotogramma utile all’osservatore per avere un’idea della percezione che quel soggetto ha del suo corpo e dell’ambiente attorno a sè.
Dott. Alfredo Marino
Master di primo livello in “Posturologia: attività percettivo-sensoriale, motoria e cognitiva”
Seguiranno a breve ulteriori approfondimenti:
- A chi serve la Posturologia
- Come individuare un paziente Posturologico
- Chi deve occuparsi dei pazienti Posturologici
- Qual’è il cammino per il futuro della posturologia