
Nuova definizione di SDP
News di Almatu.it.
La nozione di postura, stigmate morfologica e statica, ha un significato limitato. È fondamentale capire che è solo un aspetto congelato del movimento. È tra movimento e percezione che c’è una stretta relazione reciproca. Questa relazione deve essere studiata attraverso dei legami che sono stati descritti tra azione e percezione in seno al concetto di cognizione motrice.
La concezione tradizionale di percezione, in effetti, è largamente influenzata dall’idea che gli organi di senso, compresi quelli facenti parte del sistema posturale, siano delle superfici sensibili, in attesa di stimoli e il trattamento dell’informazione sensoriale avrebbe dunque, come fine, la costruzione della rappresentazione del mondo interno ed esterno. Il cervello, come un computer, analizzerebbe dei segnali sensoriali rilasciati passivamente dagli organi di senso e il percepito sarebbe elaborato a partire da un’analisi delle caratteristiche sensoriali elementari. Di fronte a questa idea, si è sviluppata una nuova concezione, che insiste sul carattere attivo e predittivo della percezione. Tale concezione considera la percezione “non come il risultato di un insieme di trattamenti successivi dell’informazione, ma come risultato di un’interazione continua tra variazioni sensoriali e proprietà motrici dell’organismo” (Jeannerod). Supporto di una vera cognizione motrice, questa concezione considera che percezione ed azione rappresentino due fenomeni intrecciati e inseparabili, a tal punto che bisogna vedervi due aspetti, due sfaccettature dello stesso processo. Diventa allora facile comprendere che ogni perturbazione della codifica del movimento – e qui la propriocezione ha un ruolo centrale nel momento dello sviluppo per instaurare degli efficaci modelli motori interni ma anche nell’adulto in quanto correttrice di errori – generi delle perturbazioni percettive, che vanno a toccare altre percezioni sensoriali, oltre alla propriocezione.
La nozione di dispercezione propriocettiva e retino trigeminale, associata alla nozione di disturbo sensori-motore, è dunque in primo piano, avendo i disturbi posturali lo status di sintomo in mezzo ad altri sintomi altrettanto importanti. II nostro lavoro è dunque fondato su una nuova definizione di SDP, che diventa l’acronimo non più di Sindrome da Defict Posturale ma di Sindrome da Dispercezione (o da Disfunzione) Propriocettiva. Essa sarà incentrata non sulla presenza di disturbi posturali ma sulla loro causa, permettendo quindi di mettere allo stesso livello tre categorie di segni che dobbiamo sempre ritrovare nei pazienti che abbiano una SDP.
Dal libro dal libro Posturologia Disestesiologia di P. Quercia e A. Marino